Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
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Sordel
Puois trobat ai qi conois et enten
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Puois trobat ai qi conois et enten
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Note

17. Ho accolto la lezione di Wilhelm, che corregge la forma veramentç del ms. messa a testo da De Lollis e Boni. Il concetto che una morte onorevole è preferibile ad una vita ontosa è comunissimo nella lirica trobadorica: si vedano i numerosi esempi raccolti da De Lollis, p. 272.

18. Per la costruzione sintattica del v. 18, ove si ritrova un’omissione del pronome dimostrativo davanti a un pronome relativo (declinato in un caso diverso da quello che richiederebbe il primo), si veda Friedrich Diez, Grammatik der romanischen Sprachen, Bonn, 1825, p. 1044. 

28. L’editore corregge in aur la lezione aver del ms., come già proponeva Mussafia: la dittologia oro e argento è comunissima nella lirica trobadorica.

31-32. È degno di nota l’anacoluto: il ric malvais cui è propria la flacha natura è anticipato, declinato al caso retto e sostituito al v. 32 dall’aggettivo possessivo (per questa particolarità sintattica si legga la nota di Boni, p. 134, e la bibliografia ivi citata).

40. L’elogio della mezura è assai ricorrente nel canzoniere di Sordello ed è comunissimo nella lirica trobadorica, anche duecentesca: si vedano i passi citati da Boni, p. cxxviii, n. 90.

41-44. La notazione dell’assenza di beni come condizione distintiva dell’uomo alla nascita e alla morte è anch’essa canonica, entro i confini della poesia morale.

Testo

Edizione: Marco Boni 1954; note: Elisa Guadagnini. – Rialto 31.vii.2006.

Mss.

T 129r.

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Cesare De Lollis, Vita e poesie di Sordello, Halle 1896, p. 165; Marco Boni, Sordello, le poesie, Bologna 1954, p. 131; James J. Wilhelm, The Poetry of Sordello, edited and translated, New York - London 1987, p. 88.

Metrica e musica

Metrica: a10 b10 b10 a10 c10’ d10 d10 c10’ (Frank 624:34). Cinque coblas unissonans di otto versi di dieci sillabe con una tornada di quattro versi di dieci sillabe. Il sirventese di Sordello condivide schema metrico e rime con la canzone Per Deu, amors, be sabetz veramen di Folchetto di Marsiglia (BdT 155.16), che ne è probabilmente il modello, e con la tenzone fra Bonifacio Calvo e Luchetto Gattilusio Luquetz, si.us platz mais amar finamen (BdT 101.8a).

Informazioni generali

Il sirventese non presenta elementi datanti. De Lollis, p. 131, ripreso poi da Boni, pp. cxxviii-cxxix, ritiene che Sordello si ispiri, per la contrapposizione fra i difetti del ricco e le virtù del povero, al sirventese di Peire Cardenal Lo sabers d'est segle es fol[e]datz (BdT 335.34): Sergio Vatteroni («Le poesie di Peire Cardenal III», Studi mediolatini e volgari, XL, 1994, pp. 119-202, a p. 162) puntualizza tuttavia che «si tratta [...] di indizi troppo generici, fondati come sono su luoghi comuni della poesia morale», e osserva che comunque, anche ammesso un legame fra questi due componimenti, esso non fornirebbe alcun elemento utile alla datazione.

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