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Blacasset, De guerra sui deziros (BdT 96.3a)


 

Circostanze storiche

 

 

 

De guerra sui deziros (BdT 96.3a) è trasmesso dal solo manoscritto a1 all’interno di una piccola sezione dedicata a Blacasset che include la vida e un ristretto corpus di componimenti. Oltre al sirventese, sono attribuite al trovatore le canzoni Ben volgra qe venqes merce (BdT 96.2), Lo bels dous temps me platz (BdT 97.6) e Mos volers es qez eu m’eslans (BdT 96.7a), quest’ultima anch’essa un unicum di a1 (cfr. Guadagnini 2002, pp. 135-138; Favero 2006, pp. 59-61).

Il sirventese allude a un imminente conflitto tra il conte di Provenza, Raimondo Berengario V, e quello di Tolosa, Raimondo VII, e fu composto con ogni probabilità negli ultimi mesi del 1230, quando lo scontro tra i due signori divenne inevitabile (cfr. Aurell 1989, pp. 131-132; Asperti 1995, pp. 206-209). All’indomani della firma del trattato di Parigi che il 12 aprile 1229 sanciva il passaggio della contea di Tolosa alla corona francese, Raimondo VII, divenuto vassallo del re di Francia per i suoi stessi possedimenti aviti, si mise ben presto all’opera per recuperare il proprio potere in Provenza, a detrimento di Raimondo Berengario. Quest’ultimo, perseguendo l’obiettivo di ricostruire un apparato statale e di limitare il potere crescente dei comuni, aveva appoggiato fin dal 1226 l’invasione francese nel Midi, partecipando all’assedio di Avignone e sottomettendo tra 1226 e 1227 le due città alleate di Tarascona e di Grasse (Balossino 2015, pp. 275-283). Per contrastare l’azione decisa del conte, diversi esponenti dell’aristocrazia provenzale, tra i quali Guilhem e Uc de Baux e Guilhem de Sabran, si allearono nel 1230 con i comuni di Tarascona e di Marsiglia. La nascita di questa coalizione ostacolò l’avanzata di Raimondo Berengario che nel luglio del 1230, dopo aver posto l’assedio a Marsiglia, fu costretto a chiedere una tregua agli assediati e a ritirarsi temporaneamente dalla lotta (Aurell 1989, pp. 131-132). Di fronte alle difficoltà di Raimondo Berengario, i Marsigliesi e i loro alleati si rivolsero a Raimondo VII che fu nominato vicario di Marsiglia nel novembre 1230 e iniziò a preparare una campagna contro il conte di Provenza.

A ridosso di questi avvenimenti Sordello compose Non pueis mudar qan luecs es (BdT 437.21) in cui Raimondo VII viene descritto come coraggioso e bellicoso mentre il suo rivale appare come impaurito e indeciso. Nel suo sirventese, Sordello, più che sostenere una delle due parti in causa, si presenta come garante dei valori cavallereschi, ruolo che riveste anche in altri componimenti mediante i quali egli «si inserisce nella tradizione già consolidata del sirventese politico e guerresco associandovi un’interpretazione morale e nobilitante che gli è peculiare e che consente al discorso così impostato di travalicare i confini della contingenza» (Asperti 2000, p. 154). Come suggerito da Asperti 1995, p. 206, De guerra sui deziros si configura come una risposta al testo di Sordello, invocato esplicitamente ben due volte nella prima strofe del componimento (vv. 4 e 7). Diversamente dal trovatore italiano però, Blacasset si presenta come il partigiano di uno dei due contendenti, Raimondo Berengario, a cui si rivolge al fine di incitarlo a prendere le armi e combattere risolutamente il suo rivale (vv. 5, 27, 31). La menzione di Simon de Montfort (v. 40), nemico giurato dei conti di Tolosa, chiarisce in maniera definitiva che Blacasset sostiene il conte di Provenza contro Raimondo VII. Il punto di vista del trovatore sembra coincidere con quello della piccola aristocrazia provenzale rimasta fedele a Raimondo Berengario che vedeva nello scoppio di una guerra una possibilità di arricchimento e di allargamento dei propri possedimenti a danno dei ribelli.

Nel testo si allude anche al ruolo svolto in questi eventi dall’imperatore Federico II, a cui molto probabilmente Blacasset si riferisce con una perifrasi ai vv. 17-19 (cfr. Asperti 1995, p. 227). Federico fu coinvolto nelle questioni politiche del Midi in quanto i territori provenzali al centro della contesa tra i due rivali facevano parte del regno di Arles e Vienne, antico possedimento imperiale, tenuto in feudo sia dal conte di Provenza che dal marchese di Provenza, ossia il conte di Tolosa. Non è casuale che sia proprio un partigiano del conte di Provenza a sbandierare il sostegno imperiale, in quanto Federico II, fin dall’intervento della corona francese nel sud della Francia, aveva deciso di sostenere Raimondo Berengario nella sua lotta contro i comuni e in particolare contro la città di Marsiglia, alleata di Raimondo VII e ribelle nei confronti dell’imperatore (Fournier 1891, pp. 117-124; Bourrilly 1925, pp. 90-120). In vista dell’imminente scontro tra i due conti, Blacasset poteva dunque sperare che Federico appoggiasse il suo signore contro Raimondo VII, divenuto vicario dell’odiata Marsiglia. Tuttavia, quando il conflitto entrò nel vivo, la politica imperiale fu indirizzata in primo luogo alla pacificazione della Provenza. A questo scopo, infatti, Federico nominò due vicari imperiali che si impegnarono a mediare tra i due conti: l’arcivescovo di Arles, Ugo Beroardo, tra 1231 e 1232 (cfr. Fournier 1891, pp. 129-132), e in seguito, a partire dal settembre del 1232, Galeazzo da Gorzano (cfr. Chiffoleau 1994, pp. 376-377). L’attività di quest’ultimo si rivelò infine efficace dal momento che grazie al suo intervento si giunse nella primavera del 1233 alla resa dei ribelli provenzali e alla definitiva pace tra i due conti, nel settembre del 1233 (Bourrilly 1925, pp. 152-153).

 

 

Bibliografia

 

Asperti 1995

Stefano Asperti, «Sul sirventese Qi qe s’esmai ni·s desconort di Bertran d’Alamanon e su altri testi lirici ispirati dalle guerre di Provenza», in “Cantarem d’aquestz trobadors”. Studi occitanici in onore di Giuseppe Tavani, a cura di Luciano Rossi, Alessandria 1995, pp. 169-234.

 

Asperti 2000

Stefano Asperti, «Sordello tra Raimondo Berengario V e Carlo I d’Angiò», Cultura neolatina, 60, 2000, pp. 141-159.

 

Asperti 2004

Stefano Asperti, «L’eredità lirica di Bertran de Born», Cultura neolatina, 54, 2004, pp. 475-525.

 

Aurell 1989

Martín Aurell, La vielle et l’épée. Troubadours et politique en Provence au XIIIe siècle, Paris 1989.

 

Balossino 2015

Simone Balossino, I podestà sulle sponde del Rodano. Arles e Avignone nei secoli XII e XIII, Roma 2015.

           

Bourrilly 1925

Victor-Louis Bourrilly, Essai sur l’histoire politique de la commune de Marseille, des origines à la victoire de Charles d'Anjou (1264), Aix-en-Provence 1925.

 

Chiffoleau 1994

Jacques Chiffoleau, «I ghibellini del regno di Arles», in Federico II e le città italiane, a cura di Pierre Toubert e Agostino Paravicini Bagliani, Palermo 1994, pp. 364-388.

 

Favero 2006

Alessandra Favero, «La canzone di Blacasset Mos volers es qez eu m’eslanz (BdT 96,7a)», Studi mediolatini e volgari, 52, 2006, pp. 55-79.

 

Fournier 1891

Paul Fournier, Le Royaume d’Arles et de Vienne (1138-1378), étude sur la formation territoriale de la France dans l’Est et le Sud-Est, Paris 1891.

 

Gouiran 1985

Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’œuvre de Bertran de Born, Aix-en-Provence 1985.

 

Guadagnini 2005

Elisa Guadagnini, «Riflessi di tradizione autonoma: Blacatz, Blacasset e Guilhem Figueira nei canzonieri trobadorici IKa», Rivista di studi testuali, 4, 2002, pp. 131-139.

 

Francesco Saverio Annunziata

30.x.2017


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