Rialto

330.12

 

 

 

Peire Bremon Ricas Novas

 

 

 

 

 

 

Pois lo bels temps renovella

 

 

e fai de novel renverdir

 

 

tot qant es, voilh de novel dir

4

 

c’uns novels volers m’apella

 

 

e·m di qe chant novellamen

 

 

d’un gen cors novel avinen,

 

 

a cui    me sui    de novel ferm fermaz,

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qar sui    per lui    de nou renovellaz.

 

 

 

 

 

Gen renovellet la bella

 

 

mon gen cor al gent acuilir

 

 

qe·m fes gen, per q’ades consir

12

 

con gen fins preç la capdella,

 

 

e com ab gen acuillimen

 

 

m’a del cors mon fin cor trag gen.

 

 

Sens brui    refui    gen qe, si·m plac, no·m plaç,

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desdui    d’autrui,    si·m lia ab gen laç.

 

 

 

 

 

Tant l’am qe·l cors me travelha

 

 

Amors e·m fai lo cor languir;

 

 

e si·m vol far aman morir

20

 

Amors, q’enaisi·m martella,

 

 

far o pot, tant am fermamen

 

 

lei, qe aman me et mon sen

 

 

destrui,    q’abdui    l’aman ples traenç traç;

24

 

q’ab glui    m’estui    tan l’am ab gran senç gratç.

 

 

 

 

 

Grat li·n sai qar es isnella

 

 

e sap grat dels pros retenir

 

 

e·s fai gradan son preç grasir;

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e grat, qar aissi·m cenbella,

 

 

qar s’ab lei trob merce grasen,

 

 

grat n’aura e merces eissamen:

 

 

sen trui    s’endui    leis ab grat on jois jatz,

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per cui    relui    ab grat rics preç presatz.

 

 

 

 

 

Pretz fins fai Audiart valent

 

 

del Bauç, il et el’eissamen:

 

 

don cui    sens trui    certz preç s’es encertatz

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en lui,    per cui    viu Preç d’onor onraz.

 

 

 

Testo: Di Luca 2008 (XIII). – Rialto 10.xii.2009.


Mss.: T 211v, c 85r.

Edizioni diplomatiche: Carl August Friedrich Mahn, Gedichte der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1856-1873, vol. IV, n. 1748 (diplomatica di c); Mario Pelaez, «Il canzoniere provenzale c (Laurenziano Pl. 90 Inf. 26)», Studj di filologia romanza, 7, 1899, pp. 244-401, p. 386.

Edizioni critiche: Carl Appel, Provenzalische Inedita aus Pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 246; Joseph Anglade, «Poésies du troubadour Peire Raimon de Toulouse», Annales du Midi, 31-32, 1919-1920, pp. 157-189 e 257-304, p. 295; Jean Boutière, Les poésies du troubadour Peire Bremon Ricas Novas, Toulouse-Paris 1930, p. 51 (XIII); Paolo Di Luca, Il trovatore Peire Bremon Ricas Novas, Modena 2008, p. 207.

Metrica: a7’ b8 b8 a7’ c8 c8 (d d)e2+2+6 (d d)e2+2+6 (Frank 591:2). Quattro coblas unissonans polimetriche di otto versi, più una tornada di quattro versi. Sia le singole coblas sia la tornada presentano rime interne in -ui agli ultimi due versi, segmentati, in questo modo, in due versi bisillabici seguiti da un senario. Il collegamento interstrofico segue i dettami delle coblas capfinidas, anche se manca il collegamento fra le coblas II e III: è possibile che una strofa sia caduta, oppure si può ipotizzare che il collegamento non sia sistematico. Ogni cobla è costruita mediante i principi delle coblas refranchas, che prevedono la ripetizione di una o più parole dalla medesima radice sia ad ogni verso di ogni cobla, sia sporadicamente; Ricas Novas sceglie una parola differente per ogni cobla, e la ripete ad ogni verso secondo svariate tecniche derivative: novel alla cobla I; gen alla cobla II; amor alla cobla III; grat alla cobla IV; pretz nella tornada, ripetuto, tuttavia, in tre versi su quattro. Lo schema metrico è quasi identico a quello della canzone di Blacasset Mos volers es quez eu m’eslanz (BdT 96.7a), con la sola inversione nella fronte degli eptasillabi femminili e degli ottosillabi maschili: a8 b7’ b7’ a8 c8 c8 (d d)e2+2+6 (d d)e2+2+6 (Frank 591:1). Il componimento di Blacasset presenta, fra l’altro, gli stessi accorgimenti retorici di quello di Ricas Novas: collegamento interstrofico secondo la norma della coblas capfinidas, e ripetizione di parole con la stessa radice nelle singole coblas.

Note: Il ms. c attribuisce la canzone a Peire Bremon, mentre T a Peire Raimon de Tolosa. La maggior parte della critica tende ad assegnare la paternità del componimento a Ricas Novas in virtù della dedica ad Audiart del Baux, alla quale quest’ultimo dedica anche Rics pres, ferms et sobeirans (BdT 330.15a). Elementi di natura stilistica rinsaldano questa ipotesi: la ricercatezza dello stile e della forma, che raggiunge qui i suoi esiti più involuti tramite la presenza di rime care in -ui, di versi bisillabici, di allitterazioni e ripetizioni di parole con la stessa radice, è tipica del trovatore; basti confrontare Pois lo bels temps con Tut van canson demandan (BdT 330.19) e Rics pres (BdT 330.15a), che presentano procedimenti stilistici molti simili a quelli che informano questa canzone.La dedica ad Audiart del Baux, moglie di Bertran del Baux, ci rende due labili discrimini cronologici per datare la canzone. La dama, infatti, si sposò nel 1228, entrando a far parte della casata del Baux, e morì nel 1257. Pois lo bels temps deve essere stata composta in questo lasso di tempo e, con ogni probabilità, nel periodo in cui Ricas Novas soggiornò a Marsiglia, sotto la protezione di Barral del Baux, cugino di Audiart.

[PDL]


Traduzione

BdT    Peire Bremon Ricas Novas