Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
437.
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Sordel
Atretan dei ben chantar finamen
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Sordel
Atretan dei ben chantar finamen
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Testo

Edizione: Marco Boni 1954; note: Elisa Guadagnini. – Rialto 5.vii.05.

Mss.

Dc 258v (vv. 1, 17-24, 33-40), I 123v, K 109v. 

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: Cesare De Lollis, Vita e poesie di Sordello, Halle 1896, p. 180; Marco Boni, Sordello, le poesie, Bologna 1954, p. 15; James J. Wilhelm, The Poetry of Sordello, New York - London 1987, p. 10.

Altre edizioni: Emilio Faccioli, Sordello da Goito, a cura di R. Signorini, Mantova 1994, p. 83 (testo Boni). 

Metrica e musica

Metrica: a10 b10 b10 a10 c10 c10 d10 d10 (Frank 577:56). Cinque coblas unissonans di otto decasillabi e doppia tornada di quattro e due decasillabi: lo schema metrico è assai comune, ma nessun componimento condivide le rime della canzone di Sordel. Da notare che lo stesso Sordel utilizza il medesimo schema metrico, ma con d rima femminile, nella canzone BdT 437.2.

Informazioni generali

Canzone difficilmente databile ma certamente composta in Provenza, come lascia pensare la presenza della contessa di Rodez nelle tornadas. – La similitudine della prima cobla fra la donna e la rosa e la neve ricorre anche ai vv. 56-58 della canzone di Peire Vidal Atressi co·l perilhans (BdT 364.6). Il confronto con il candore della neve torna nella canzone Mout i fetz gran pechat amors di Folquet de Marseilla (BdT 155.14, vv. 27-29). – I vv. 13-14 sono di difficile interpretazione: Boni, sulla scia della recensione di E. Levy all’edizione De Lollis (Zeitschrift für romanische Philologie, 22, 1898, pp. 251-258, p. 256), traduce «e siccome io ho concepito per lei un amore tale, comunque vadan le cose, che tutti gli altri amanti hanno dame poste più in basso della mia...». De Lollis stampava al v.13 c’onqu’enan, interpretazione che eviterebbe la ripetizione di nan a brevissima distanza ma presuppone una forma onque non attestata nel corpus trobadorico. – Il tema dello specchio come fautore dell’orgoglio dell’amata, protagonista della quarta cobla, si ritrova nella canzone di Pons de Capdoill Si com celui qu’a pro de valedors (BdT 375.20, vv. 36-39). – La similitudine con la supremazia del sole della prima tornada torna nella canzone di Cadenet Ab leyal cor et ab umil talan (BdT 106.1, vv. 26-28) e nella canzone di Richart de Berbezill Tot autressi (BdT 421.9, vv. 1-5). – La comtessa de Rodes delle tornadas è forse da identificare con Guida, destinataria di diversi componimenti di Sordel (si confronti BdT 437.24). Boni afferma l’identificazione in maniera assai prudente suggerendo un’alternativa in Isabeau, moglie di Uc IV di Rodez, come proposto a suo tempo da O. Schultz-Gora nella recensione all’edizione De Lollis apparsa sulla Zeitschrift für romanische Philologie, 21, 1897, pp. 237-259, p. 240 (poi ribadito nelle note apparse sulla Zeitschrift für romanische Philologie, 22, 1898, pp. 301-304, a p. 304): questa seconda ipotesi permetterebbe di identificare con Guida la donna amata dal poeta, altra rispetto alla contessa. Sulla questione, che conta diverse opinioni, si veda la sintesi approntata da Boni alle pp. LXIII e 20.

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