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XI.
Edizione: Martín de Riquer 1996; note: Sara Centili. – Rialto 30.vii.2003.
a1 210.
Edizioni critiche: Martín de Riquer, Guillem de Berguedà, 2 voll., Abadía de Poblet 1971, vol. II, p. 145; Les poesies del trobador Guillem de Berguedà, text, traducció, introducció i notes per Martí de Riquer, Barcelona 1996, p. 235 (riprende con alcune variazioni il testo dell’edizione del 1971).
Altra edizione: Giulio Bertoni, «Rime provenzali inedite», Studi di filologia romanza, 8, 1901, pp. 421-484, a p. 431.
Il testo del manoscritto unico è in più punti corrotto e richiede interventi editoriali anche importanti. Sopratutto problematici appaiono i vv. 16-20: nell’edizione del 1971 Riquer rinuncia ad editare e tradurre un testo che non comprende e si limita ad offrire la lettura del testimone unico in edizione diplomatico-interpretativa (v. 16: e val Guillem qui lem sil platz). In nota propone però di emendare per lo meno l’ultima parte del verso in fi·l partz, per rispettare la rima richiesta in -artz. Ricketts, accogliendo la nota di Riquer, propone di emendare in E val Guillem, qu’il en fi·l partz: ‘mais Guillem a de la valeur, car il lui fit plainte’ (Peter T. Ricketts, «Le troubadour Guillem de Bergueda [à propos de l’édition récente de Martin de Riquer]», in Mélanges offerts à Charles Rostaing, 2 voll., Liège 1974, vol. II, pp. 883-894). Il testo proposto da Riquer nell’edizione del 1996 significherebbe invece ‘I jo el vaig ajudar perquè ell em reclamés’. Va comunque tenuto in conto che non è forse strettamente necessario postulare una rima in -artz, poiché non sono rarissimi nella poesia trobadorica i casi in cui rimino tra loro parole con gruppi consonantici con e senza vibrante, come nello stesso Guillem de Berguedan in BdT 210.19 le rime sogra : groga : sinagoga ecc., oppure , prendendo un esempio tra i trovatori più antichi ed uno tra quelli più tardi, in Marcabru BdT 293.7 (merces : avers, dompneiadors : consiros) e nella tenzone fra Simon Doria e Lanfranc Cigala BdT 436.5 = 282.21b (in cui le coblas unissonans si aprono dapprima con rime in -ors, poi in -os). Per quanto riguarda il v. 19, anche l’edizione Riquer del 1996 rinuncia alla traduzione, mentre Ricketts (Ricketts, «Le troubadour», p. 888) proponeva di interpretarlo come ‘il cherche la gloire’, ed Oroz di emendarlo in queri·l felon (Francisco Oroz Arizcuren, rec. a Riquer, Guillem, Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, 211, 1974, pp. 206-215, a p. 212); quest’ultima proposta va accostata a quella dello stesso Oroz per il v. 44 la·s fai leon (‘entonces se vuelve león’), che rispetta largamente la lettura del manoscritto las fai le en.
Metrica: 8a 8a 8a 4b 12b (Frank 62:2); undici coblas singulars, ma con rima ‘b’ costante. Lo schema metrico è tratto da BdT 183.12 del Coms de Peiteus.
Poesia contro un non identificato Guillem, che a quanto pare ebbe lunga guerra con Guillem de Berguedan e si impossessò del suo castello di Montmajor (v. 23); essendoci del tutto sconosciuti i fatti e i personaggi cui allude il poeta, il componimento (definito chantar al v. 1) non è databile.