Testo: Luca Barbieri, Rialto 7.ii.2018. 6. Nell’alternativa tra aus e sai il primo è più tipico di Arnaut de Maruelh, ma qui il senso richiede sai e la variante sarà dovuta a un’indebita influenza sulla tradizione dell’usus scribendi dell’autore. Si noti peraltro che i vv. 5-6 costituiscono una citazione quasi letterale dell’incipit di BdT 30.III: Dona, gencher q’ieu no sai dir. 10. L’uso dell’indicativo dopo l’espressione temer que (Frede Jensen, Syntaxe de l’ancien occitan, Tübingen 1994, § 588, p. 255) è tipico di Arnaut de Maruelh: si veda per esempio Aissi cum mos cors es (BdT 30.6), v. 12; Anc vas Amor no·m poc res contradire (BdT 30.8), v. 26; Mout eron doutz miei cossir (BdT 30.19), v. 33 (Luca Barbieri, «Pour une nouvelle édition du troubadour Arnaut de Maruelh», in Le rayonnement de la civilisation occitane à l’aube d’un nouveau millénaire. 6e Congrès international de l’Association Internationale d’Études Occitanes (Wien, 12-19 septembre 1999), actes réunis et édités par Georg Kremnitz, Barbara Czernilowsky, Peter Cichon, Robert Tanzmeister, Wien 2001, pp. 141-156, alle pp. 147-148). 13. La diffrazione di lezione in corrispondenza di questo verso è un caso da manuale che permette la ricostruzione di uno iato originale que hom (si vedano i numerosi esempi di que dialefico forniti da Maurizio Perugi, Le canzoni di Arnaut Daniel, edizione critica, 2 voll., Milano-Napoli 1978, vol. I, Prolegomeni, soprattutto alle pp. 5-119, e per il caso specifico Barbieri, «Pour une nouvelle édition», p. 144). 16. Evidente parallelismo con Mout eron doutz miei cossir (BdT 30.19), v. 21: «Doussa dompna cui desir». I punti di contatto tra queste due liriche sono molto numerosi. 19. La congiunzione car riveste normalmente una funzione causale, ma può anche equivalere al que completivo, come in questo caso (Jensen, Syntaxe, § 780, p. 335). 21. La grafia es per la seconda persona plurale del verbo esser sembra tipica di Arnaut de Maruelh e a volte provoca diffrazione. 24. Il senso di gazaignar è ‘vincere’, oppure metaforicamente ‘fare bottino pieno’. Per i vv. 22-24 si rimanda nuovamente al tema del doux échec (si veda Franquez’e noirimens, BdT 30.13, vv. 7-8) e in particolare in questo caso a Pistoleta, Plus gais sui q’eu non sueill (BdT 372.6), vv. 30-32: «q’eu am mais esperar / lo seu onrat esper / c’ab autra gazagnar». Sarà utile ricordare che secondo la vida di Pistoleta questi fu giullare (cantaire) di Arnaut de Maruelh. 25. Il verso è ripreso in modo quasi identico in Aissi cum mos cors es (BdT 30.6), v. 21; Mout eron doutz miei cossir (BdT 30.19), v. 22, e Sabers e cortezia (BdT 30.20), v. 47. La stessa parola enseignamens è molto frequente in Arnaut de Maruelh ed è una delle principali qualità cortesi della dama anche nei salutz (Cel que vos es al cor plus pres, BdT 30.I, 21; Dona, gencher q’ieu no sai dir, 30.III, 37 e 196; Totas bonas donas valens, 30.V, 3 e 141). Secondo l’editrice Gambino significa ‘istruzione, cultura, buona educazione’, ma anche ‘saggezza, sapienza’ (“Salutz d’amor”, edizione critica del corpus occitanico, a cura di Francesca Gambino, introduzione e nota ai testi di Speranza Cerullo, Roma 2009, p. 380 n. 3). 33. La formula non ausar è un vero e proprio marchio di fabbrica di Arnaut de Maruelh (si veda Barbieri, «Pour une nouvelle édition», pp. 149-150). L’espressione di questo verso è molto simile a Mout eron doutz miei cossir (BdT 30.19), v. 25: «Del plus no·us aus preiar gaire», e ha qualche affinità anche con Aissi cum cel c’am’e non es amaz (BdT 30.3), v. 28: «per que no·us aus preiar mas en chantan», e Si·m destreignetz, dompna, vos et Amors (BdT 30.23), v. 5: «preiar no·us aus per enten de jauzir». 34-40. Questi versi mescolano i temi del povero cortese e della nobiltà in amore, tipici del nostro trovatore. Il tema di povertà e ricchezza verrà ripreso più avanti ai vv. 47-50. 43. Si noti ancora una volta l’uso di aus, seppure in un contesto diverso da quello abituale, non smentito dalla tradizione. Il tono di questa parte è molto argomentativo e retorico più che amoroso e sembra elaborato in modo più personale dal momento che l’autore non ricorre alle consuete espressioni riprese da tutti i trovatori, ma si serve di forme poco frequenti nella lirica trobadorica. 48-50. Il tema di Amore che si contrappone alla ricchezza è divenuto proverbiale (si veda Eugen Cnyrim, Sprichwörter, sprichwörtliche redensarten und sentenzen bei den provenzalischen lyrikern, Marburg 1888, nn. 118-131) ed è frequente in Arnaut; lo si trova per esempio in Anc vas Amor no·m poc res contradire (BdT 30.8), vv. 25-28: «partira m’en, si pogues, voluntiers, / que·l vostre pretz tem que m’es sobranciers; / mas en aisso·m conort e m’afortis, / que paratges es vas Amor aclis», e in Mout eron doutz miei cossir (BdT 30.19), vv. 25-30: «Del plus no·us aus preiar gaire / tan sui espaventatz, / car etz de tan rics plais; / mas Ovidis retrais / q’entre·ls corals amadors / non paratgeia ricors». Per un’analisi del tema con numerosi riferimenti si vedano le note di Asperti a Raimon Jordan Vas vos soplei, domna, primeiramen (BdT 404.11), vv. 45-47 (Stefano Asperti, Il trovatore Raimon Jordan, Modena 1990, pp. 415-417). 50. Contrariamente all’uso abituale di Arnaut de Maruelh, qui il sostantivo ricor dovrà essere preso nel suo senso proprio economico, perché il contesto va chiaramente in questa direzione. 51. L’appello ai Genoes (sempre al plurale) si trova in alcuni testi di Bertolome Zorzi, Peire Vidal, Bertran de Born, Raimbaut de Vaqueiras (due volte, una delle quali nella tenzone con Alberto marchese di Malaspina, Ara·m digatz, Rambaut, si vos agrada, BdT 392.1=15.1) e Bonifaci Calvo (due volte nello stesso testo). L’espressione ses faillir è una formula riempitiva che si trova diciotto volte nella lirica trobadorica, soprattutto a fine verso (cinque volte in Gaucelm Faidit). L’alternativa so sapchatz ha un’attestazione forte (ABDEGIKS), ma è identica a Mout eron doutz miei cossir (BdT 30.19), v. 51 e non rispetta la rima. Credo sia legittimo sospettare un’interferenza tra i due testi, non si sa se d’autore o di copista.
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